Paolo Graziani -
CNR - IROE "Nello Carrara" Firenze
"Le ricerche sugli ausili
tiflo-informatici per lo studio della matematica"
1. Introduzione
Volendo considerare il ruolo delle tecnologie informatiche nella conquista
dell'autonomia dei ciechi riguardo alla matematica, occorre prima di tutto sgombrare il
terreno dal possibile equivoco che sia stato proprio l'impiego del personal computer ad
aprire ai ciechi la via degli studi di carattere scientifico in generale e matematico in
particolare.
Infatti, anche se il nome dello strumento richiama immediatamente la funzione del calcolo,
non è questo l'aspetto principale e non è questo il tema che tratta questa relazione.
l'utilizzo dell'elaboratore elettronico come strumento di calcolo programmabile consente
certamente ad un cieco di cimentarsi in nuove attività prima impensabili, ma questo è un
altro argomento e non riguarda l'autonomia di uno studente non vedente nei confronti dei
compiti primari di lettura e scrittura di testi e di svolgimento di compiti scritti sulla
matematica come materia scolastica, quale è il vero tema del convegno.
Si potrebbe infatti affermare che, per il momento, mentre l'autonomia assicurata dal
personal computer per la lettura e scrittura di testi letterari è senz'altro notevole,
proprio per la matematica questo strumento si rivela insufficiente a soddisfare le
necessità specifiche di uno studente cieco. L'esempio tipico è il compito in classe.
Scrivere il tema di italiano con il computer, con il supporto della sintesi vocale o della
riga Braille, per poi consegnarlo all'insegnante stampato in modo perfetto, è oggi
possibile e risolve pienamente il problema della comunicazione fra allievo e docente. La
stessa procedura risulta invece difficilmente applicabile al compito di matematica, per il
quale il vecchio metodo della dattilo-Braille si fa ancora generalmente preferire.
I limiti di utilizzo di questo peraltro prezioso strumento sono già stati messi in luce
in altre parti di questo volume. Vengono quindi presentati in questa relazione alcuni
tentativi di uso del computer come mezzo di comunicazione fra vedenti e non vedenti
relativamente alla matematica, con particolare riferimento ad alcune ricerche che cercano
di dare nuove risposte ed aprire nuove prospettive.
Circa i problemi di autonomia dei ciechi in questo settore e le possibili soluzioni, si
devono distinguere due principali funzioni: la preparazione di testi di matematica per gli
studenti ciechi e l'uso autonomo del computer per lo svolgimento di esercizi di matematica
da parte degli stessi studenti non vedenti. Un altro argomento che sarà trattato
brevemente è quello dell'accesso alla grafica per mezzo del tatto, per il quale si stanno
cercando nuove risposte proprio attraverso il computer.
2. Composizione di testi di matematica
Questo è l'aspetto dell'impiego del computer per l'accesso alla matematica più
concreto e di maggiore utilità pratica. Nonostante che la composizione di un testo di
matematica richieda un lavoro di interpretazione del testo stesso, interpretazione che non
può essere affidata alla macchina, almeno tutti i compiti di composizione della pagina
possono essere svolti da un programma, per cui il trascrittore può usufruire del
vantaggio di uso di un editor e del successivo programma di composizione. Tuttavia, la
trascrizione deve essere fatta da chi conosce bene la notazione alternativa Braille e
sappia come trasformare le espressioni matematiche affinché siano interpretabili con la
lettura tattile sequenziale.
Generalmente, l'impiego del computer per la composizione di testi matematici si limita a
questo. Un esempio è fornito dal programma Italbra, sviluppato dall'autore di questa
relazione, il quale prevede vari "ambienti" di composizione: letterario ,
matematico, musicale, greco. Ai diversi ambienti corrispondono diversi comportamenti del
programma circa l'interpretazione del testo e la sua conseguente trasposizione in stampa
Braille. In particolare, per la matematica, Italbra prevede l'uso di tutti i simboli
matematici disponibili nel codice ASCII, integrati con altri caratteri dello stesso codice
ai quali viene attribuito un significato speciale per rappresentare la notazione Braille.
Non si può quindi prescindere da una conoscenza di questa notazione. Il testo viene
scritto con un normale programma di video scrittura e poi elaborato da Italbra per
produrre la versione Braille.
Italbra, con la sua documentazione, è prelevabile liberamente dal sito FTP:
ftp://ftp.area.fi.cnr.it/pub/graziani/italbra.exe.
C'è anche chi ha cercato di introdurre anche nei testi di
matematica per i ciechi una notazione bi-dimensionale simile a quella in nero, con un uso
combinato di caratteri Braille ed altri simboli tattili. Il sistema Dotsplus, sviluppato
all'Università dell'Oregon (http://dots.physics.orst.edu/dotsplus.html), fa uso di una
versione tattile ingrandita dei simboli matematici, quali le linee di frazione, i segni di
integrale, di sommatoria, di radice ecc.., componendo vicino a questi lettere e numeri in
Braille disposti nello spazio in modo analogo a quello della normale notazione in nero,
con il risultato di una migliore percezione della struttura delle formule e delle
espressioni, rispetto alla tradizionale scrittura sequenziale Braille. Naturalmente,
questo metodo richiede speciali stampanti in rilievo per poter comporre le due classi di
simboli tattili. Una stampante consigliata è la Tiger, descritta nel seguito.
Di recente, si sono tentate altre strade, per ridurre l'intervento del trascrittore ed
ottenere la stampa di un testo di matematica in Braille a partire da un testo scritto con
uno dei linguaggi descrittivi di "mark-up". I risultati più significativi sono
stati ottenuti usando il noto linguaggio TeX, usato per la codifica di testi matematici in
genere (si veda la relazione di G. Artico in questo stesso volume). Possiamo citare il
sistema Labradoor, sviluppato all'Università di Linz (http://www.ccr.jussieu.fr/braillenet/ntevh/labradoor.htm). Questo approccio ha il
vantaggio di usare una codifica comune per la stampa sia del testo in nero sia per quello
Braille, anche se per questa seconda ci sono delle limitazioni. Non è necessario in
questo caso che il trascrittore conosca i dettagli della notazione matematica Braille, in
quanto già la codifica TeX richiede una analisi della simbologia matematica da usare per
le espressioni e le formule da stampare, anche per la versione in nero, con una
sequenzializzazione delle varie parti di esse e il rispetto della sintassi del linguaggio,
per ottenere il risultato grafico desiderato. Questa stessa codifica si presta ad essere
interpretata in forma alternativa per ottenere la corrispondente versione Braille in modo
automatico, per cui è sufficiente che il trascrittore sappia quali sono i limiti di
interpretazione per la stampa Braille e si attenga ad alcune regole di uso del linguaggio,
quando il testo è destinato al Braille.
Un altro approccio che potrà portare a interpretare testi matematici per la loro
conversione in stampa Braille è quello dell'impiego dei linguaggi di mark-up del tipo
SGML (Standard Generalized Mark-up Language). Si tratta di un insieme di regole di
marcatura dei testi, formulate per far fronte a tutte le esigenze di codifica e stampa,
nonché di trasporto fra sistemi e piattaforme di editoria elettronica diverse, di testi
di qualsiasi genere, con inserimento di grafici e immagini di qualunque tipo. Con queste
regole si possono definire linguaggi specifici, specializzati per particolari tipi di
documento, attraverso quello che viene chiamato un DTD (Document Type
Description),
consistente in un insieme di definizioni esplicite sulla struttura del documento e sulla
simbologia da usare in quella specifica classe di testi, creando così altrettanti
linguaggi specializzati per ogni DTD definito. Il più noto linguaggio di questa famiglia
è l'HTML (HyperText Mark-up language), quello usato per la generazione dei documenti dei
siti Web disponibili via Internet.
Adesso, anche per i documenti dei siti WWW si avverte la necessità di non limitarsi ad un
unico linguaggio di mark-up, diventato troppo rigido per le molteplici esigenze di
documentazione, per cui si sta passando ad un sistema più flessibile chiamato XML
(eXtensible Mark-up Language), il quale introduce anche nell'ambiente Web la possibilità
di definire più specifici DTD per documenti che devono presentare materie che hanno
bisogno di una simbologia speciale, come ad esempio la matematica.
Questa evoluzione dei linguaggi usati per i documenti in rete è accompagnata da una
attività di ricerca di criteri e regole di accessibilità da parte delle varie classi di
utenti (http://www.w3.org/WAI), compresi i ciechi, per cui stanno maturando nuove
possibilità di accesso autonomo a documenti di vario tipo, compresi quelli di matematica.
Questo potrà fornire un altro modo di produrre anche testi in Braille attingendo da
queste fonti.
3. Interazione con un testo matematico
Riguardo all'altro aspetto del problema di accesso a testi matematici, quello della
scrittura autonoma, con correzione e verifica, come è il caso dello svolgimento di
compiti in classe o a casa da parte degli studenti ciechi, le possibilità sono per ora
abbastanza limitate.
Si può osservare che anche il TeX, nonostante sia un efficiente linguaggio per la stampa
di testi matematici utilizzabile anche da parte di un cieco, in quanto è un linguaggio
descrittivo completamente testuale e quindi gestibile con un qualunque editor, in pratica
non risponde a questo scopo. In principio sarebbe possibile usare questo metodo per
comporre e stampare il classico compito in classe. Tuttavia, in pratica questo è quasi
impossibile a causa delle difficoltà di rilettura del testo codificato in TeX, essendo
questo linguaggio orientato alla macchina più che all'uomo. Sarebbe impensabile poter
svolgere i classici passaggi matematici su espressioni scritte in TeX.
Questo sistema di produzione di testi matematici può interessare un cieco solo per
produrre libri, articoli, relazioni scritte o lucidi da proiezione, dove non c'è da
interagire in tempi assegnati con complesse espressioni ed equazioni, ma queste possono
essere preparate prima con altro sistema ed altra notazione e tradotte in TeX solo per
motivi di stampa con la normale notazione grafica in nero.
Per i compiti scolastici, esistono numerosi tentativi di sviluppo di programmi appositi
per consentire lo svolgimento interattivo delle operazioni e dei passaggi. In Italia, il
più noto e diffuso ausilio di questo tipo è il programma Erica (si veda la relazione di
F. Fogarolo in questo stesso volume).
In varie scuole e Università estere sono stati sviluppati programmi per mettere gli
studenti ciechi in grado di essere autonomi nello svolgimento di compiti. Fra questi
possiamo citare il sistema Triangle, sviluppato all'Università dell'Oregon (http://dots.physics.orst.edu/triangle.html), che comprende uno speciale word processor
per la scrittura e vari altri programmi di utilità, fra i quali alcuni dedicati alla
produzione e lettura interattiva di grafici tattili.
L'utilizzo di sistemi sviluppati in altri paesi è reso difficile dalla diversa notazione
Braille matematica in uso. Bisogna tener presente che, solo in Europa, si contano almeno
sei diversi sistemi di Braille matematico. Per inciso, si può osservare che questo è un
paradosso poiché, mentre la notazione matematica in nero è una sorta di linguaggio
internazionale che permette ai matematici di tutto il mondo di comunicare al di là delle
differenze linguistiche, quella Braille, proprio a causa della sua natura esclusivamente
alfanumerica, in assenza di una standardizzazione internazionale, produce una vera Babele.
Nel quadro del programma europeo TIDE (Technology Initiatives for Disabled and Elderly
people), un contributo che potrebbe rivelarsi importante è quello portato dal progetto
MATH. Questo progetto ha sviluppato una "workstation" consistente in un sistema
integrato hardware e software il cui nucleo centrale è un programma di video scrittura
grafico, sviluppato dalla Grif (Francia), del tipo WYSIWYG (What You See Is What You
Get)
per la composizione di documenti strutturati di tipo matematico con l'approccio
SGML,
mediante uno specifico DTD (Euromath DTD).
La workstation Maths permette al cieco di scrivere la matematica in Braille e presentarla
in forma leggibile per i vedenti e, viceversa, la scrittura con la notazione in nero viene
tradotta in Braille, risolvendo il problema della comunicazione fra insegnante e allievo.
L'uso combinato di una riga Braille, di una sintesi vocale ed altri suoni, permette ad un
cieco di rileggere in modo efficiente le espressioni matematiche con una loro descrizione
verbale nella quale, con un uso opportuno della prosodia, viene resa la struttura delle
espressioni, con l'aiuto anche di suoni che sottolineano le varie parti, facilitando così
anche la manipolazione dei simboli e delle espressioni, per le correzioni e lo svolgimento
dei passaggi.
Restano adesso da mettere a punto le varie versioni nazionali della workstation MATH per
poter procedere ad una valutazione sul campo, al fine di verificarne la validità.
(Per
informazioni, si veda http://www.papenmeier.de)
4. Produzione di grafici
Lo studio della matematica e, più in generale delle materie scientifiche, richiede
anche l'uso di grafici e figure. Questo rappresenta un'altra difficoltà per gli studenti
ciechi.
Tali difficoltà sono di due ordini: la mancanza di strumenti e metodi per la produzione
rapida ed efficiente di figure in rilievo e la difficoltà di interpretarle con il tatto.
Sarà utile soffermarci su questo secondo aspetto perché può essere fonte di equivoci e
di fallimenti di tentativi di trasferire in forma tattile le normali parti grafiche di un
libro di testo.
Prima di tutto occorre tener conto del limitato potere risolutivo spaziale del tatto. Con
i polpastrelli delle dita si possono percepire distinti due punti che distano almeno due
millimetri, quindi, particolari minuti che risultano visibili ad occhio, possono invece
non essere apprezzati con il tatto. Ma, al di là di questo limite fisiologico, dovuto
alla distribuzione dei sensori nella cute, ci sono altri limiti e difficoltà dovute
all'uso innaturale di questo canale percettivo.
Una figura è sempre una rappresentazione astratta per il tatto, anche quando riproduce
l'aspetto di oggetti reali, in quanto non corrisponde ad esperienze di percezione diretta
della realtà con questo senso. Inoltre, la necessità di esplorare la figura con il
movimento delle dita non consente quella percezione immediata globale tipica della vista
ma richiede una ricostruzione mentale dell'insieme della rappresentazione, con il
coinvolgimento del senso cinestesico, oltre a quello tattile. Si parla infatti più
propriamente di percezione aptica.
Questi richiami, necessariamente schematici, vogliono far capire che la funzione di un
grafico presentato ad un cieco in forma tattile non può essere la stessa che ha per la
persona vedente. Quasi mai la figura tattile permette di capire al volo concetti e
situazioni, come avviene attraverso la vista, ma ha bisogno di essere introdotta e
spiegata dal testo, con i suggerimenti per la sua interpretazione.
Non ha in genere senso presentare ad un cieco una immagine tattile e chiedergli: cosa è?
Possiamo citare un episodio realmente accaduto.
Un test condotto con alcuni allievi non
vedenti di un istituto per saggiare la loro capacità di percezione di forme tattili,
fatto con la classica figura del teorema di Pitagora, presentata senza nessuna spiegazione
sul suo significato, fece concludere che nessuno dei ragazzi notava il triangolo al centro
della figura.
Alla domanda:
- "Quali forme geometriche vedi in questa figura?"
Tutti avevano risposto:
- "Tre quadrati."
Qualcuno al più aveva aggiunto: "con due vertici a
contatto".
Una figura, per essere utile, deve quindi essere, oltre che ben fatta dal punto di vista
percettivo, anche ben illustrata, tanto che spesso risulta inutile poiché la sua
illustrazione a parole è già esauriente.
Il grafico dell'andamento di una funzione, se ben descritto a parole, viene facilmente
immaginato senza bisogno di essere prodotto fisicamente. Può ad esempio essere sostituito
dalla sequenza numerica di valori che ne rappresentano l'andamento.
Ciò premesso, quando la figura è indispensabile e si è trovato il modo di progettarla
bene, i modi per realizzarla possono essere molteplici, da quelli artigianali con l'uso di
carta, colla, spago e forme ritagliate di cartoncino spesso, a realizzazioni
tecnologicamente più avanzate, come quelle prodotte con il computer.
Il modo più comune di produrre grafici tattili con il computer è quello di usare la
stampante Braille. I grafici sono in questo caso composizioni di caratteri Braille, quindi
con punti in rilievo ben distinti l'uno dall'altro con conseguente grossolana
rappresentazione di linee oblique o curve, ma per figure abbastanza semplici questa
risoluzione può essere sufficiente. Un programma per comporre figure tattili con questo
metodo è stato messo a punto da Centro Braille S. Giacomo di Bologna, con la
collaborazione di volontari universitari. Le immagini prodotte con questo programma sono
importabili con Italbra. Il programma è prelevabile dallo stesso sito FTP di
Italbra: ftp://ftp.area.fi.cnr.it/pub/graziani/bragraf.exe.
Da poco tempo è stata messa a punto anche una stampante Braille di
nuova concezione, capace di produrre sia la normale stampa Braille sia dei grafici con
punti piccoli e molto più vicini. Si chiama Tiger (http://www.viewplustech.com/products.html) ed è attualmente consigliata anche
dall'Università dell'Oregon per stampare sia testi matematici con il sistema Dotsplus sia
grafici tattili ad alta risoluzione con il pacchetto Triangle.
Un altro metodo consiste nell'impiego di una speciale carta, chiamata "Capsule
paper" o "Swell paper", noto anche come sistema Minolta. Questa carta
contiene nel suo impasto delle micro-capsule chimiche che producono gas se scaldate.
Tracciando linee nere su questa carta, a mano o con il computer, e poi inserendo il foglio
in uno speciale fornetto a raggi infrarossi, solo le linee nere si scaldano, rigonfiando
per l'espansione delle micro-capsule, per cui i disegno che formano tali linee diviene
percepibile al tatto. Questa carta è però piuttosto costosa e oggi anche di difficile
reperibilità.
Una nuova periferica per produrre grafici in rilievo con il computer è stata sviluppata
dal progetto europeo TIDE-PRINT. Si tratta di una stampante simile a quelle a getto di
inchiostro, che spruzza una materia cerosa che si deposita a spessore sulla carta
indurendosi. Il sistema sarà probabilmente disponibile fra un anno (si veda http://brailletec.de/home_en.htm).
Come accennato sopra, la disponibilità di una periferica capace di produrre grafici
tattili non risolve automaticamente il problema delle figure in rilievo. Può essere utile
solo se usata in modo appropriato, evitando un approccio basato sulla faciloneria. E'
opportuno insistere su questo punto per evitare spese inutili a chi produce libri tattili,
senza la necessaria esperienza, e delusioni a chi li legge.
Infine, è il caso di accennare alle cosiddette "immagini audio-tattili", più
volte riproposte senza che mai si siano imposte all'attenzione che forse meriterebbero. La
più nota realizzazione è forse il sistema australiano Nomad. L'idea è in principio
molto semplice: per risolvere il problema dello scarso potere risolutivo dei polpastrelli
delle dita, che impedisce di corredare una immagine tattile, come una cartina geografica o
stradale, di tutte le didascalie e scritte tipiche delle cartine in nero, si è da più
parti pensato di usare un modo interattivo pi integrare le parti grafiche vere e proprie
con le informazioni testuali associate fornite in altra modalità, come la sintesi vocale
o una riga Braille labile. La figura tattile "muta", cioè priva di didascalie
che producono "rumore" di fondo, viene posta su una tavoletta tattile a
pressione o ad interazione con una penna elettro-magnetica. Toccando con una delle due
modalità un punto della immagine, il computer emette il corrispondente testo associato
alle coordinate del punto.
Anche questa tecnica è usata nel sistema Triangle dell'Università dell'Oregon.
5. Conclusioni
Con questa sommaria panoramica si è voluto dare un quadro, non certo esaustivo, dei
tentativi in atto per venire incontro ai problemi dello studio della matematica e delle
altre materie scientifiche con un uso non convenzionale del computer. Non è possibile
fare un bilancio oggettivo di quanto le cose passate in rassegna possano la migliorare
situazione dei ragazzi inseriti nella scuola.
Costi a parte, forse alcune soluzioni che si presentano promettenti hanno bisogno di una
maggiore sperimentazione prima di essere davvero impiegate su larga scala.
E' importante comunque che ci sia un certo impegno di sviluppo anche in questo settore
degli ausili tiflotecnici.
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