Daniele Montresor
- Coop. "I Piosi", Sommacampagna (VR)
"IL
COMPUTER COME MEZZO E NON COME FINE: il caso di Matteo"
Premettendo innanzitutto che questo intervento è strettamente collegato con quello
successivo, inizio la mia esposizione dicendo che per comprendere appieno il caso di
Matteo, è necessario descrivere brevemente il contesto in cui si è operato in questi
anni. Non entrando comunque nel merito di tutte le attività del Centro diurno gestito
dalla cooperativa "I Piosi", si tratta di delineare il percorso fatto per
lattività al computer.
Quindi in modo molto sintetico presenterò la "storia e la filosofia" di
questa attività a "I Piosi".
Per fare questo e per restare nei limiti di tempo prestabiliti, mi atterrò fedelmente
alla relazione che ho preparato.
"Storia e filosofia" dellattività al computer presso il C.e.o.d.
"I Piosi"
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Il computer si usa a "I Piosi" fin dai primi anni 90 ma
lattività era piuttosto generica, non valorizzata e solo per un utente, M per
lappunto.
Dal 96 in poi si è iniziato a lavorare in modo più strutturato e questo forse
è stato il vero inizio dellattività al computer.
Dapprima due utenti, poi quattro, poi cinque, sei e attualmente nove con il passaggio
da attività "trasversale" alla costituzione del gruppo "Computer" (3
utenti fissi più 6).
Dallanno scorso, vista la crescita dellattività, è stata affiancata una
nuova operatrice per dare continuità al lavoro anche in assenza del sottoscritto.
Inoltre, al di fuori del contesto della nostra cooperativa, agendo sul territorio, si
è cercato di fare a livello locale quello che in modo più ampio si sta facendo in questa
sede: si sono gettate le basi, infatti, per la costituzione di un gruppo di lavoro comune
con altri Enti, fra i quali la cooperativa "Filo Continuo" rappresentata da
Michele Sartori.
Da questanno sempre in collaborazione con Michele Sartori e ad altre persone,
oltre alla partecipazione al progetto Ha.Bit e a Handimatica, si è messo in atto il
progetto F.I.D.O. (Formazione Informatica Disabili Operatori).
La storia evidentemente non è tutta qui, ma queste tappe sono forse le più
significative del nostro pur breve percorso.
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Tutto ciò che viene detto ora e che va a sintetizzare lattività
informatica che si svolge a "I Piosi", fa riferimento a quella dispensa già in
altra occasione presentata e che si intitola "Il computer come mezzo e non come
fine". Questa è stata scritta (o meglio completata) nellestate del
98 dopo circa un paio di anni di lavoro e di ricerca. Non ha la pretesa di
considerarsi scientifica ma a "I Piosi" è stata ed è il primo riferimento per
questo tipo di attività.
Attualmente potrei essere in grado di ampliarla con nuovi dati derivanti dai progetti
che sono proseguiti e con le nuove esperienze fatte, ma i limiti di tempo, che rendono
spesso difficoltosa anche la sola documentazione ordinaria, fanno sì che quella che si
può considerare straordinaria, come la stesura di una dispensa, diventi pressoché
impossibile.
In ogni caso, questo documento è possibile rintracciarlo anche presso la sede
dellASPHI visto che l ho consegnato a Paola Angelucci ancora in uno dei primi
incontri in cui ci siamo trovati.
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"Computer come mezzo e non come fine" significa che quando si ha a che
fare con soggetti in educazione, il computer diventa uno strumento nelle mani
delleducatore, il quale se ne serve per fare delle opportune proposte educative
alleducando.
Messa in questi termini la questione diventa abbastanza comprensibile, anche perché
non ho fatto altro che applicare un concetto di pedagogia generale allattività
specifica. Esiste un contesto (ambiente) educativo allinterno del quale due soggetti
entrano in rapporto: leducatore che propone e leducando (utente) che
si
educa attraverso le proposte fatte dalleducatore, ma questultime vengono
fatte sulla base della conoscenza che leducatore ha e delleducando e
dellambiente in cui egli si trova ad operare. Nellambiente, pertanto, si
possono avere molte più possibilità per leducando se leducatore ha una
maggiore conoscenza degli strumenti e uno, fra tutti, è il computer.
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Ora, nelle mani delleducatore il computer diventa un mezzo affinché si
compia il processo educativo.
Se il computer fosse invece un fine per leducatore, lutente (educando) non
avrebbe lattenzione che merita in quanto tutto linteresse sarebbe rivolto al
mero apprendimento di programmi, software ecc., e questo in educazione non è permesso.
Il computer non è un fine nemmeno per leducando in quanto, in questo caso,
sarebbe più corretto parlare di addestramento. Laddestramento non è da scartare a
priori (e in effetti esistono scuole che addestrano alluso del P.C.) ma nel nostro
contesto, ora, è da escludere perché non ha un grosso valore educativo.
Il computer e la tecnologia devono dare la possibilità a tutti di crescere e di
migliorare il proprio grado di benessere, anche alle persone portatrici di handicap
mentale.
Ad un primo impatto, sembra un controsenso far usare uno strumento così
"cognitivo" a delle persone che sono in difficoltà proprio su questo aspetto
ma, quando con insistenza alcuni utenti mi hanno chiesto di lavorare al computer, la
domanda che mi sono posto è stata: perché non provare?
Ho provato, abbiamo provato insieme e dopo quasi quattro anni ci si ritrova di fronte
ad utenti che sono soddisfatti e che forse hanno trovato un canale in più per esprimersi.
E ci si trova di fronte anche a genitori che hanno notato dei cambiamenti e che sono
anchessi soddisfatti.
Il caso di "Matteo"
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Matteo ha 34 anni e la patologia da cui è affetto è definita come: tetraplegia
spastica in cerebropatico con oligofrenia grave- con invalidità 100%.
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Ha conseguito la licenza media, ha frequentato una scuola di prelavoro ottenendo
lattestato di frequenza nel 1985 e ha partecipato ad un corso triennale di computer
(dopo lorario del Ceod) in un altro centro alcuni anni fa (ma non se ne conoscono
gli esiti).
M. è una persona con una scarsa stima di sé, è poco sicuro, si spaventa al minimo
rumore è emotivamente è molto fragile ed ha scarsa cura di sé e dei luoghi in cui
lavora.
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Daltra parte è una persona che è sempre stata abituata ad uscire, a
frequentare le persone (per es: allo stadio, a messa, alle feste,ecc) e proprio per questo
si rende conto, spesso, di quali siano i propri limiti.
Avendo una forte spasticità, ha una grossa difficoltà con i lavori manuali e
lunico che è in grado di fare è il telaio, che si gestisce interamente da solo.
Il computer è per M. è stata quella che si definisce "lancora di
salvezza", in quanto attraverso luso di questo strumento ha potuto mettere in
atto quelle che sono le proprie potenzialità e ha potuto altresì costruirsi,
allinterno del centro, una diversa e più solida immagine di sé.
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Dopo aver parlato con i genitori, valutando le potenzialità dellattività
al computer e visti la motivazione e il bisogno di M. si è deciso di intraprendere una
nuova strada, stendendo un progetto le cui finalità generali sono state definite come un
miglioramento del livello di qualità della vita attraverso il raggiungimento di una
maggiore autostima e di una maggiore sicurezza.
E senza ombra di dubbio, fondamento essenziale di tale progetto è stata la relazione
con M., il coinvolgimento reciproco operatore/utente e lentusiasmo per questo nuovo
lavoro. E questo perché, citando un paio di affermazioni F. Fogarolo e rapportandole al
nostro ambito (qui non siamo a scuola e non lavoriamo con bambini): "
Il bambino
non impara dal computer ma dalleducatore che usa questo per insegnare quello che lui
ha deciso
" e ancora: "
Luso del computer può favorire
lintegrazione nella classe, ma può anche accentuarne lisolamento
"
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Gli obiettivi specifici sono relativi ad un uso autonomo dei programmi Office
(Word, Excel, Publisher) attraverso la creazione di vari documenti quali: lettere, avvisi,
biglietti dauguri, biglietti per bomboniere, etichette buste, giornalino, tabelle
varie, fogli presenze, ecc.)
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Il percorso fatto in questi anni è sintetizzabile in questi punti:
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uso programmi di semplice videoscrittura tipo WordStar o Edit del Dos;
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uso Win 3.1 con i giochi e il Write;
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gestione di molte funzioni il Win 95/98 e applicativi come Word, Excel e Publisher.
Attualmente, è in grado di svolgere anche semplici lavori per lufficio e
visti i progressi e valutando che ci sono ancora margini di miglioramento, da
questanno insieme ad un compagno, partecipa al progetto F.I.D.O.
Le risorse personali di M. sono date principalmente sulla sua grande motivazione a
svolgere questa attività che lo gratifica.
In generale, le difficoltà maggiori si sono rivelate essere relative al fatto che M.
dimentica le cose apprese se non è in costante allenamento e che arriva talvolta al
centro molto stanco perché va a dormire tardi.
Da un punto di vista operativo, invece, si dovuto insistere molto sulle funzioni di
salva, copia-taglia/incolla stampa (con varie opzioni), ma soprattutto su salva con nome.
Per arrivare alla comprensione di questo comando si è studiato un sistema che motivasse
M.: ogni giorno di attività (di M. e del compagno) veniva registrato dal sottoscritto su
un foglio che poi M. si doveva portare a casa. Questi appunti servivano a M. per poter
completare la tabella della settimana quotidianamente (o quasi) sul computer di casa. Lo
scopo era di riportare il giorno successivo il dischetto con il file (chiamato
"Programma"- vedi dispensa) aggiornato da installare sul computer del centro. Si
è andati avanti con questo sistema per un anno, e se allinizio serviva il foglio
degli appunti, alla fine non era quasi più necessario.
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Da un paio danni, acquisita labiltà si è cambiato sistema di
registrazione: ora avviene con tabelle un po più complesse e viene fatto al centro.
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Il lavoro impostato in questo modo ha permesso a M. di imparare a compilare i
fogli con le presenze degli utenti (tabella reimpostata che serve alla coordinatrice).
A conclusione dellintervento ritengo che i risultati ottenuti in questi anni
siano davvero apprezzabili perché non si è puntato solo ed esclusivamente sul fatto che
M. imparasse ad usare il computer, ma ci si è posti nei suoi confronti come davanti a una
persona che ha manifestato un bisogno particolare. Che poi questo sia stato colmato
attraverso luso del computer lo ritengo relativamente importante e questo momento di
incontro, questo seminario, credo che sia la sede più autorevole per ribadire questo
concetto perché quando si lavora con le persone lattenzione deve essere data
proprio alle persone.
Ciò che sta attorno, gli oggetti, i materiali, il computer, i software sono solo
strumenti che loperatore/educatore usa perché quella persona da lui seguita si
possa realizzare.
Grazie.
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