Andrea Canevaro -
Università degli
Studi di Bologna
Coordinatore
In linea generale sappiamo che rispetto allintroduzione nel
campo educativo, in particolare nelle questioni relative allapprendimento, di
tecnologie, ed in particolare dellinformatica, vi sono due atteggiamenti
contrapposti: luno miracolistico e laltro di rifiuto totale. Lelemento
miracolistico è alimentato da notizie che fanno facilmente "il buco", come si
dice, nella stampa, cioè arrivano bucando tutte le altre notizie, diventando un elemento
di spicco dell'informazione quotidiana.
Recentemente qualche giornale ha dato il giusto spazio di attenzione alla notizia di
ricercatori capaci di realizzare un collegamento fra il cervello, la parte neurale del
cervello, e un computer, e quindi permettere a persone con lesioni cerebrali di avere al
servizio un computer che parla con le parole intenzionali del soggetto, Una notizia del
genere apre una prospettiva veramente straordinaria ma ha bisogno ancora di molta cautela
sperimentale per poter diventare una speranza reale, Nello stesso tempo spaventa: vi sono
persone che si sono spaventate dallidea che con le tecnologie si possano mettere da
parte tutte le attenzioni umane e si diventi sempre più disumani. Questa è
unimpostazione di carattere generale che anche nel caso specifico del nostro
contesto di discussione deve essere tenuta presente. Ritengo utile cercare di fissare
preliminarmente allapertura di altre voci e di altri contributi una serie di punti
che hanno la presunzione, ma sono detti con molta tranquilla modestia, di poter costituire
uno sfondo su cui gli stessi altri contributi potranno muoversi con avanzamenti molto più
importanti.
1° Informazione, rapporti interistituzionali
Linformazione può essere certamente facilitata
dallingresso dellinformatica nel contesto scolastico. E quasi banale
dirlo, ma forse vale la pena cercare di capire meglio il perché, e lo specifico delle
persone in situazione di handicap, che poi à lo specifico del nostro punto di incontro.
E anche quello che ci permette di capire meglio il valore dellinformatica per
linformazione nel settore scolastico. Molte situazioni si profilano con successo
quando la scuola e chi nella scuola agisce, gli insegnanti, o chi nella scuola investe, i
genitori, tutte queste figure riescono a capire le reali possibilità di intrecci, sia
delle informazioni, sia dei percorsi, dei progetti. Nello specifico una scuola che
dovrebbe andare verso la crescita della autonomia, è ancora più importante capire che un
soggetto che ha bisogni particolari, e che può avere dei limiti, deve avere una buona
informazione dei contesti che possono integrare la possibilità fra loro per il progetto
stesso. Quando nelle scuole superiori vi è un buon avanzamento dellintegrazione di
persone disabili molte volte alla base si trova una capacità di organizzare i rapporti
fra scuola e mondo del lavoro, ad esempio, ma non solo, anche con le strutture ricreative
e, perché no, con le strutture urbane, intese come trasporti, servizi, mense, ecc
Il potere maggiore di riuscita di un progetto educativo è dovuto al fatto che riesce
anche a trasmettere ai soggetti, non solo a realizzare ama anche a trasmettere, e la
capacità di raccordo, di intreccio, per saperlo fare bene bisogna anche avere dei profili
delle istituzioni, quindi non solo conoscerle nei loro aspetti più empirici ma anche
sapere quali possono essere gli agganci a delle prerogative più giuridiche, e degli
aspetti più di diritto; per questo linformazione può completarsi con dei
riferimenti a statuti istituzionali, a leggi, a percorsi che possano garantire la
normalità dellintegrazione, normalità intesa come possibilità di considerare
quello che si realizza come qualcosa di non eroico ma di civile. Non chiediamo a nessuno
degli eroismi: è meglio, perché sappiamo usare il civismo. Questo può essere un buon
modo di intendere i rapporti interistituzionali, ma per realizzarli bisogna conoscere, per
conoscere bisognerebbe avere molto tempo, per percorrere le distanze che separano le
diverse istituzioni. Si può certamente immaginare, e a volte si può già realizzare, che
questo percorso lo facciano le notizie, e siano le notizie ad arrivare a me. Allora posso
pensare che linformazione è un elemento importante legato alla diffusione di
possibilità informatiche. In questo senso degli esempi interessanti li possiamo trovare
in due realizzazioni di diversa portata e anche di diversa collocazione istituzionale.
La prima realizzazione è il progetto Cigno, nelle sue diverse fasi, che contiene alcune
interessanti capacità di realizzare le informazioni e i rapporti interistituzionali
collegati anche, ed è questo un elemento in più, alla possibilità di capire una
metodologia di informazione e di progettazione. Questo, quindi, è un punto che ha una
ricaduta su altri punti di questo schema che stiamo percorrendo.
Laltro esempio è costituito dal progetto Leonardo, un progetto che è ancora in
fase di realizzazione, che coinvolge un gruppo di università, tra cui quella a cui
appartiene il sottoscritto, luniversità di Lyon e altre strutture universitarie o
no, che sono o che possono rappresentare dei partners in altri paesi dellEuropa, in
Belgio e in una seconda fase del progetto, in Spagna e in Portogallo. Il progetto Leonardo
ha come tematica il lavoro per le persone con sindrome di Down e tende a d avere come
interlocutori privilegiati, come persona a cui ci si rivolge, i soggetti del mondo del
lavoro; quindi soggetti che possono non avere né tempo né interesse a capire molte altre
questioni, anche se ci possono arrivare dopo. Litinerario scolastico, i percorsi
formativi potrebbero diventare un elemento in più a cui si arriva per interesse reale. Ma
immediatamente la necessità è quella di sapere cosa il mondo del lavoro riceve come
mandato e con chi lo realizza, se con rapporti con strutture che sono del mondo sanitario,
del mondo sociale, del mondo educativo, e questo diventa anche lintreccio e la
conoscenza dei percorsi e dei rapporti interistituzionali.
2° La formazione
La ricaduta dellinformazione alla formazione, formazione dei
docenti, di alcuni protagonisti della scuola, è molto importante. Linformatica può
consentirci di superare una forma di aggiornamento che, mi sembra, dovrebbe aver fatto il
suo tempo. Lo dico da anni ed è sempre in vita. Potrei quindi essere in errore, ma credo
che non sia tanto questo il problema quanto quello di una abitudine a avere un ruolo da
ricettori passivi negli aggiornamenti da parte di molti di noi e le necessità di avere
invece un ruolo attivo nella ricerca delle notizie e delle attività che possano
costituire per noi u motivo di formazione. Linformatica ci può essere utile se noi
possiamo immaginare che il nostro apprendimento, la nostra formazione, deve avere una
corrispondenza di interessi alle modalità con cui sarebbe opportuno che si svolgesse la
formazione dei ragazzi e delle ragazze, dei bambini e delle bambine. E la necessità
maggiore oggi è quella che ciascuno, tenendo presente la sua identità sociale, il suo
appartenere a una comunità piccola, di persone che si conoscono che è in una comunità
più ampia di persone che appartengono ad un intero popolo a un intero paese, ad un intero
continente e poi al mondo intero, ciascuno potesse imparare a muoversi con delle scelte di
cui si assumerebbe delle responsabilità. Non vuol dire autoreferenzialità, è bene avere
molto chiaro che ci si costruisce unidentità sociale, cioè in relazione con gli
altri, si devono quindi tenere presenti in maniera anche molto attenta gli aspetti
problematici, non formali, le esigenze degli altri, tuttaltro che
unautoreferenzialità ma deve esserci una assunzione di responsabilità nello
scegliere ciò di cui ci si alimenta per la formazione, e nellavere una capacità di
offrire anche agli altri qualcosa. Quindi non è una formazione che alimenti un canale
monodirezionale, ma anzi deve diventare una formazione a scambio, con la possibilità di
alimentare delle notizie, delle banche dati attraverso delle esperienze, la formulazione,
lindicazione delle qualità, e anche dei problemi e dei limiti, che sono propri
dellesperienza di ciascuno. Questo della formazione è un derivato anche
dellinformazione, saper scegliere, saper scegliere le informazioni, ad esempio, per
fare un progetto ecco già che siamo sulla rampa di lancio della formazione. E ancora,
anche in questo caso è bene ricordare che il progetto Cigno ha avuto come mandato proprio
quello di essere uno strumento di formazione, di diffusione di notizie, e siamo al punto
primo dellinformazione, e di alimentatore protagonista, organizzatore della
formazione dei docenti. In questo caso il progetto Cigno si rivolge a dei docenti di una
secondaria superiore con indirizzi professionali. Però la modalità potrebbe essere
ripresa, allargata e sicuramente vi sono già molte produzioni, spesso solo prototipi, ma
che varrebbe la pena cercare di far diventare patrimonio utile e non solo esemplare.
3° Apprendimento
Lapprendimento a sua volta può essere distinto in quattro
sottopunti. Si può pensare allinformatica per lapprendimento:
1 - Come strumento ausiliario
2 - Come strumento organizzatore
3 - Come strumento che apre un nuovo percorso per le modalità di apprendimento
4 - Come "consulente" personalizzato nei processi di apprendimento
Strumento ausiliario
Che cosa significa questo lo si può immaginare con facilità: a volte le
strutture informatiche consentono di costruire dei percorsi varianti e strumenti che
suppliscono ai limiti che un soggetto può avere. La più semplice delle proposte può
essere quella che la tastiera riesce a fornire una possibilità di scrittura a chi non ha
la padronanza di una manipolazione fine, di una digitalità, di una postura, di una forza
muscolare controllata per poter impugnare la penna e scrivere con la penna. La tastiera
poi può avere delle correzioni, può essere modificata linterfaccia e quindi si
possono avere tutte quelle variabili che un luogo come lausilioteca sa illustrare
egregiamente. Fatto solo questo esempio, si possono certamente avere moltissimi esempi che
sono tanti quante sono le esigenze perché è un dato ben noto che in quasi tutte le
strumentazioni che vengono proposte come ausiliarie o vicarianti per soggetti bisogna
poter fare un lavoro di adattamento personalizzato ed è molto difficile ipotizzare che lo
stesso strumento valga per tutti i soggetti che hanno apparentemente una condizione in
comune. In realtà per ciascuno va fatto un certo adattamento dellinterfaccia, della
posizionatura ecc.. Linformatica, dunque, come strumento ausiliario diventa un
elemento disponibile ma con, ahimè, a volte una disponibilità che è ben minore di
quello che si può vantare o può essere volgarizzata con esempi miracolistici che si
possono incontrare nei grandi mezzi di comunicazione. Però è un settore molto
importante, quello dellinformatica, come strumento ausiliario ed è un settore di
grande crescita. Credo che sia difficile misurarla, per lo meno io non sono in grado di
farlo, ma se facciamo un riferimento agli ultimi dieci anni e con la empirica
organizzazione della nostra conoscenza di percorso, quello che abbiamo visto attorno a noi
con una riflessione anche breve, si arriva a capire come in dieci anni sono aumentate
delle possibilità anche di mercato normale; la stessa possibilità di avere dei buoni
registratori che, collegabili con un sistema informatico, diano dei risultati
complementarmente più potenti sia aumentata enormemente.
Strumento organizzatore
Che cosa significa questo? Mi rifaccio a un esempio che ha qualche anno, che ho
visto poi che è stato ripreso anche senza conoscerlo. La logica è stata ripresa e si sta
diffondendo. Ricordo di una giovane insufficiente mentale che aveva avuto, con
lutile aiuto di una buona insegnante, la capacità di organizzarsi le sue sequenze
di lavoro e di studio con lausilio del computer. Sembrava che avesse con il computer
una specie di agenda molto più capace di suggerimenti interattivi di unagenda
cartacea. E quindi potenziava la sua possibilità di organizzazioni complesse, si
organizzava con il computer. A volte lorganizzatore informatico è anche negli
aspetti di spazio, nellorganizzazione degli spazi di incontro, e quindi diventa
lorganizzatore di incontri e il mediatore di incontri. E la possibilità che
la struttura informatica rappresenti un punto di incontro molto più dialogico con altri
soggetti che possono essere insegnanti o coetanei. Rendiamoci conto che a volte ilo vivere
accanto a una persona disabile può rappresentare dei rischi di supplenza: si può per
esempio palare al posto dellaltro, avere unazione anche fisica che
sopraffà,
anche senza volerlo, con le migliori intenzioni, limpossibilità o la scarsa
possibilità di azione fisica dellaltro ecc.. Vi sono degli imbarazzi che vengono a
volte superati con un eccesso di attivismo da parte della persona non disabile nei
confronti del disabile, o con eccessi di scherzi. Cè sempre il modo di essere sopra
le righe che non favorisce uno spazio di crescita. La persona disabile sembra che sia a
colte un po assediata, a chi riuscisse a osservare, a ripensare alle relazioni che
ha. Sono utili i mediatori organizzatori, cioè quelle situazioni, quelli oggetti,
possiamo dire, che permettano di regolare, di organizzare il traffico, lo scambio fra i
soggetti. La struttura informatica può essere questo, quindi va ripreso questo aspetto e
forse va alimentato con un certo numero di esempi. Anche in questo un rinvio, non
immediatamente esplicito ma rintracciabile senza difficoltà nelle realizzazioni del
Progetto Cigno può essere un modo per completare questa riflessione.
Strumento che apre un nuovo percorso
La struttura informatica può essere uno strumento personalizzato che apre un nuovo
percorso. Cerco di sintetizzare sotto questo punto una riflessione che può veramente
essere molto sviluppata e costituire un elemento di ricerca veramente molto importante. E
la sintesi può essere molto schematica. Si può pensare che chi ha incontrato nella
scuola molte difficoltà di carattere strumentale, concettuale, metodologico, possa avere
assimilato in sé un'identità di sconfitto o di sconfitta. Un bambino o una bambina che
abbiano quella che viene anche chiamata una sindrome da insuccesso possono non credere
più di essere capaci a percorrere la scuola. E questo può accadere anche di più quando
oltre alla sindrome di insuccesso vi è una disabilità manifesta, dichiarata e
dichiarabile. Allora in questo caso cambiare medium, ed avere nel computer una sorta di
modo di ripartire per i percorsi di apprendimento, viene come una meravigliosa e
straordinaria opportunità e il computer ha, per il momento, una connotazione tale per cui
anche un ragazzo o una ragazza, e non più un bambino o una bambina che avesse avuto un
percorso scolastico di grave insuccesso, può permettersi di mettersi di fronte al
computer con la sua età e non facendo una regressione ed essendo obbligato a tornare il
bambino piccolo che deve cominciare, o ricominciare, per lennesima volta forse, a
imparare. E questo è un elemento importante, poi, nella organizzazione
dellintegrazione, e questo elemento importante lo diventa ancor più perché vuol
dire poter vivere accanto ai coetanei senza sfigurare ma innestando anche dei processi di
autostima molto importanti per lapprendimento.
"Consulente" nei processi di apprendimento
E quello che ho chiamato della "consulenza", cioè il computer diventa una
sorta di consulente interattivo e personalizzato nel processo di apprendimento o nei
processi di apprendimento, perchè col computer io posso avere dei recuperi che mi
permettono di non espormi a un giudizio negativo degli altri, soprattutto dei coetanei, e
in questo caso cè qualcosa del punto precedente, anche. Ma posso anche fare di
più, e cioè posso costruire il mio percorso di apprendimento non con una linearità
sospetta, quasi sempre, perché anche chi va avanti in maniera lineare non va quasi mai
avanti avendo tutto ben organizzato per procedere ma va avanti e lascia indietro dei vuoti
che non può confessare, che non può riprendere, e che si spera che in una maniera un
po avventurosa, un po casuale, vengano ad essere riempiti. Chi invece ha una
possibilità di consultare la sua struttura informatica può scoprire di avere vuoti che
può anche, nel momento in cui li scopre, essere aiutato a riempire, vuoti di
apprendimento; può avere una possibilità di indagare la propria stessa modalità di
studio attraverso uno strumento che con ASPHI è stato realizzato, che è il programma
"Stile di studio". E solo un esempio ma credo che si potrebbe immaginare
che in futuro se vi fosse una maggiore consuetudine alla presenza dellinformatica
nella scuola e non fosse unicamente con una pretesa produttivistica forzata, selettiva,
potrebbe essere una buona diffusione e anche un incremento di progetti e di programmi
perché questo uso della struttura informatica come consulente allindividuo sia
diffuso e sia praticato né casualmente, né clandestinamente. Questo è anche un augurio
perché lincontro su questo tema abbia la possibilità di diventare un incontro non
solo produttivo ma anche riproduttivo fecondo.
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