Tavola
rotonda |
Raimondo Lino - INAIL Riguardo al tema che oggi stiamo affrontando ed, in particolare, per quanto riguarda il "reinserimento", posso dire che, come INAIL, ci stiamo attrezzando, nel senso che abbiamo colto lopportunità di un processo riformatore che, in questultimo anno, ha interessato il nostro Istituto in modo molto profondo. Opportunità data prima da una legge e poi da un decreto legislativo di attuazione che ha capovolto un po la visione di welfare che regnava, anche allInail. Si è passati quindi da una visione di tutela del lavoratore infortunato strettamente indennitaria, risarcitoria di un danno subito a una tutela globale della persona, di welfare attivo. Quindi una tutela globale, nel senso che lInail mette e metterà a disposizione una serie di servizi che vanno dalla prevenzione e quindi dal momento in cui dovrebbe essere evitato laccadimento dellinfortunio, non intervenendo quindi soltanto quando il danno è ormai già stato procurato, al momento indennitario, a quello curativo e infine a quello del reinserimento. Una tutela anche integrata perché questi servizi per poter essere veramente efficaci, dovranno essere interagenti, concatenarsi, essere quindi integrati nel vero senso della parola. Però direi che la novità fondamentale e mi è piaciuta la parola "progettualità", sta proprio nel fatto che questo progetto che lInail sta realizzando proprio in questi giorni, (appena ieri è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione il regolamento di attuazione dellarticolo 24 che consente all Istituto di finanziare progetti dinserimento lavorativo) è basato su un processo di presa in carico della persona, il che vuol dire che è un processo finalizzato non solo al reinserimento lavorativo, ma alla massima integrazione sociale della persona; e per realizzare questo processo, è stata costruita una rete, unorganizzazione di équipes multidisciplinari, che saranno presenti in tutte le sedi territoriali dellInail, perché, come dicevo, viene capovolto il rapporto che cera prima tra lInail e la persona assicurata, in cui il lavoratore che aveva subito un danno veniva valutato solo ed esclusivamente in base alla perdita della capacità lavorativa e in base a questo, allorché il danno fosse stato permanente, gli veniva, ovviamente riconosciuto un indennizzo, una rendita. Adesso il discorso è cambiato perché la persona non va più vista solo e unicamente dal punto di vista deficitario, di una mancanza, di una carenza, di una disabilità, ma andrà valutata in tutti i suoi aspetti, soprattutto per evidenziarne e sottolinearne le potenzialità, le risorse personali, le cosiddette capacità residue. Capacità che debbono portare a considerare la persona disabile , non più come passiva e quindi oggetto solo e unicamente di unassistenza, ma come soggetto attivo, risorsa da poter utilizzare. Quindi saranno avviate queste attività da parte delle équipes multidisciplinari di sede, definite "équipes di primo livello" che, riguardo a competenze specifiche, saranno integrate da équipes multidisciplinari di secondo livello, fino ad arrivare a équipes altamente specializzate, presenti al Centro Protesi di Budrio ed al Centro di riabilitazione di Volterra. Quindi la valutazione del lavoratore infortunato non sarà più effettuata solo dal medico legale, ma vi parteciperanno altre figure, amministrative, sociali, tecniche, affinché questo momento costituisca la premessa per predisporre un progetto riabilitativo, personalizzato, fatto su misura per la persona e gli crei quindi le condizioni per poter intraprendere un percorso non solo di orientamento, ma anche di avvicinamento e di inserimento professionale. |