Convegno Proposte
concrete di ausili tecnologici nellesperienza dei Centri |
Claudio Bitelli - Ausilioteca A.I.A.S. Bologna (Coordinatore) "I CENTRI AUSILI E IL GLIC: PROFESSIONISTI AL SERVIZIO DELL'AUTONOMIA DEI DISABILI" Allora chiamo in causa me stesso e cercher� di sintetizzare la mia parte per lasciare anche spazio a un eventuale intervento, sempre se non ci cacciano via. Cosa dire al termine di queste presentazioni? Beh, prima di tutto questo convegno per noi centri che lavoriamo stabilmente sul tema degli ausili informatici elettronici era un po un esperimento e lo reputo uno step importante, un confronto sui casi effettuato in modo da presentare anche il valore metodologico dellintervento, credo sia comunque un risultato importante essere riusciti ad attuarlo. Nel merito, certo che emergono notevoli differenze tra il lavoro effettuato dai vari centri e, chiaramente molte di queste sono dovute alla differenza dei casi che vengono affrontati, che pongono in essere necessit� di approccio e di intervento notevolmente differenti. Quindi � estremamente difficile trarre un denominatore comune dagli interventi che sono stati fatti sul piano dei contenuti relativi ai casi. Io ho provato a mettere in fila alcuni elementi che sono davvero trasversali, credo, e, abbracciano un po i casi che abbiamo visto, ma anche loperato degli altri centri. Il primo di questi � che abbiamo parlato di progetto, sempre parliamo di progetto, facciamo riferimento ad un progetto complessivo che si snoda sicuramente in modo molto articolato e quello sgorbio che vedete sulla destra, non sapevo come fare, se facevo una freccia dritta sembrava un processo troppo lineare, in realt� le presentazioni che abbiamo visto credo, ci hanno aiutato molto a capire che il processo non � affatto lineare, gli interventi sono oltre che complessi e articolati e subiscono variazioni in itinere, variazioni di obiettivi e anche impongono variazioni di metodo; quindi non solo c� da mettere in conto nel momento in cui si parte ad affrontare il tema individuazione e proposta dellausilio il fatto di mettere in conto il progetto di lavorare, ma c� anche da immaginare che questo progetto potr� modificarsi. Sono soluzioni composte, in alcune presentazioni emergeva molto chiaramente la composizione dal punto di vista tecnologico perch� si tratta di mettere insieme elementi diversi, hardware, software, ma il fatto � creare dei sistemi; si tratta anche per� di lavorare su dei sistemi dal punto di vista ergonomico, inteso nel senso pi� ampio del termine, quindi lergonomia funzionale e lergonomia concettuale degli elementi che andiamo a comporre; la multidisciplinariet�, beh, non sto neanche a ripeterlo. Sarebbe forse interessante valutare se si tratta di una multiprofessionalit� o di una interdisciplinariet�; pi� avanti, coi sopravissuti si potr� vedere questo. Ecco, questa mi sembra una cosa del tutto rilevante, siamo nellambito di Handimatica una manifestazione che tratta di tecnologie, per� poi tutto sommato dalle esperienze che abbiamo visto di tecnologia non abbiamo parlato tantissimo, s�, era lo sfondo integratore, ma abbiamo parlato molto di contenuti e abbiamo parlato molto di metodologia, abbiamo parlato della capacit� di affrontare un caso, saperlo esaminare, analizzare le variabili e saperle approcciare nel modo giusto per fare convergere delle risorse verso una soluzione e la soluzione � stato detto che non � lautonomia tout court, � un equilibrio della situazione che evolve dinamicamente verso una migliore qualit� della vita. Questo impone la necessit� di competenza sui contenuti e sul metodo, la personalizzazione � evidente, Valerio ricordava in fondo limpossibilit� di generalizzazione nellipotizzare proposte, nellipotizzare percorsi quindi in ultima analisi, nellipotizzare progetti. La durata: interessante, questo � stato un po un elemento nuovo, vedere come alcuni casi possono essere presi in carico e diventano quasi delle consulenze permanenti, nel senso di un rapporto fra un centro che si occupa di ausili, ma si occupa anche di metodiche e di contenuti, che segue con costanza nel tempo addirittura per diversi anni una situazione, come altri casi possono richiedere invece interventi pi� puntuali, ovvero, altri centri o altre situazioni hanno unimpostazione finalizzata a dare una consulenza pi� puntuale quindi, pi� circoscritta nel tempo. In ogni caso il dato della flessibilit�, (lho gi� detto prima quando parlavo del progetto, quando commentavo lo sgorbio), la flessibilit� vuole anche dire, e, labbiamo visto, una �quipe multidisciplinare che in modo dinamico ha un nucleo forte di competenze, ma che in modo dinamico riesce anche ad aggregarne altre per affrontare problemi che via via insorgono e in ogni caso la flessibilit� � una caratteristica del progetto. La finanziabilit� � un altro dato importante, mi sembra significativo quello che � emerso, in alcuni casi rispetto alla finanziabilit� degli ausili che devono trovarsi nei centri; quelli che hanno una mostra permanente pi� o meno dotata sono in grado anche di approfondire conoscenze, esperienze duso pi� o meno di ausili, la finanziabilit� degli ausili per lutente finale. Abbiamo visto esperienze di lavoro per far convergere risorse di finanziamento al fine di poter acquisire lausilio; non � questa una competenza scontata, non si trova sul territorio, � difficile, quindi questi mi sembra possano essere degli elementi comuni che emergono da questi casi cos� variegati, cos� articolati che abbiamo esaminato. Nelle consulenze che abbiamo visto sono stati presi in esame comunque, cercando anche qui di andare per massimi sistemi gli aspetti relativi alla persona, una grande attenzione al contesto, abbiamo visto casi in cui effettivamente il nocciolo della questione era creare unalleanza con la famiglia, creare le condizioni per un utilizzo dello strumento condiviso con la scuola, il contesto inteso come risorse umane, ma anche istituzioni e servizi, la necessit� di riuscire a coinvolgere i servizi che lavorano sul caso, una valutazione del compito! Dietro al compito ci sta come una grossa nuvola il tema delle aspettative, si richiamano a vicenda no? E stato detto; ci sono aspettative che trainano e in qualche modo falsano anche lavvio e la conduzione di un percorso, occorre anche qui la capacit� di analizzare il bisogno, (scusate ne parlavo senza averlo evidenziato), di saper scomporre le necessit� relative allesaudimento di quel bisogno per arrivare poi in fondo a una proposta di ausilio, anche qui la valutazione rispetto alla proposta di ausilio tiene conto della capacit� di saper valutare lo strumento sia dal punto di vista funzionale, sia tecnico, sia, non ultimo, economico. Allora, possiamo dire che si individua alla fine di un percorso, non tanto un ausilio quanto una soluzione di ausilio alla situazione e abbiamo visto proporre soluzioni sul piano posturale come prerequisito indispensabile nel caso di disabilit� motorie, tecniche riabilitative o abilitative di funzioni, strategie educative, ma non solo per la persona ma anche per il contesto, qui parliamo sempre di un approccio alla situazione non alla persona disabile, gli adattamenti necessari dellambiente e, in ultimo, dico in ultimo perch� quelle altre sono condizioni che costituiscono di fatto nellesperienza dei prerequisiti, (oggi lo abbiamo visto molto bene), le strumentazioni tecnologiche. Cerco di sintetizzare anche qui un po per grandi fasi, quelle della consulenza: al centro perviene una richiesta che va approfondita, qui segue una fase che pu� perdurare nel tempo, pu� essere pi� o meno prolungata in cui la valutazione multidisciplinare chiarisce il bisogno; � venuto fuori anche un elemento importante, nel momento di ragionare durante la valutazione certi bisogni emergono, la valutazione non si fa solamente in risposta a delle richieste precise, ma serve a delineare quelle e tante volte ne suscita anche delle altre. E indispensabile la fase di prova, gli ausili non possono essere in nessun modo proposti a catalogo e questo � un problema grosso, bisogna avere una dotazione importante; una volta individuata la soluzione la relazione che � una restituzione da parte del centro della fase di valutazione e la prescrizione se � possibile, abbiamo visto le problematiche del tariffario! L� faccio una parentesi per portarvi a conoscenza che il nomenclatore tariffario, quello attuale, scade il 31 dicembre, in una situazione di caos totale in cui non si riescono ad effettuare le gare dappalto per lacquisto degli ausili, in una situazione in cui gli ausili di tipo informatico elettronico, sono ancora praticamente assenti, sono sempre quelli che avevamo dal 92; � cambiata la classificazione, adesso c� la classificazione ISO, ma non ci sono comunque altri ausili C� per� un lavoro importante di studio per arrivare a delle proposte di un nuovo tariffario che non possiamo aspettarci ragionevolmente per il prossimo anno. Linserimento in situazione ha un colore diverso perch� linserimento in situazione � quando in quel momento lausilio va a contatto con la situazione reale di vita e allora, vediamo quali prestazioni possono essere necessarie a supporto di queste fasi dette cos� grossolanamente e sono la capacit� di saper valutare bene il bisogno prima di fare una valutazione con le prove, quindi costruire una lettura della situazione chiara e condivisa; il fatto di effettuare gli incontri di valutazione approfondendo eventualmente dal punto di vista specialistico diagnostico alcuni temi, tante volte si rischiano delle valutai superficiali su degli utenti, su delle persone disabili quando una conoscenza diagnostica clinica e una conoscenza diagnostica funzionale ci aiuterebbe meglio a sapere quali sono i limiti oggettivi con cui bisogna fare i conti. A volte si riconducono a fattori di tipo psicologico, dei deficit che in realt� sono deficit oggettivi. Ecco le prestazioni correlate sono il supporto al prescrittore e sono: (questo � estremamente importante, lo abbiamo visto trasversalmente � una fase di addestramento alluso dellausilio e di supporto costante), in mezzo ci stava il prestito che � un tipo di prestazione che alcun i centri riescono a praticare altri no, sempre pi� ritenuta indispensabile poter provare a casa lausilio prima di avere la prescrizione o di farne lacquisto, � un passo indispensabile. Quando siamo anche arrivati a trovare lausilio giusto (e giusto vuol dire aver fatto quella complessit� di lavoro che � stata presentata dai colleghi), abbiamo terminato un processo dinamico non codificabile ecc. ecc. e inizia il bello, inizia un percorso, che � il percorso duso ed � un percorso in cui di nuovo il centro ausili viene chiamato in causa perch� il percorso � di per s� per definizione un percorso di tipo dinamico ed evolutivo. Bene, i centri italiani, oggi, sono come abbiamo visto delle entit� molto diverse, accomunati per� da questo terreno comune su cui operano e dal fatto di fornire prestazioni informative, ma una prestazione informativa vuol dire comunicare lesistenza di una soluzione non vuol dire prendere in carico il caso o esaminarlo; la cosa che caratterizza i centri � la capacit� di erogare prestazioni di consulenza, che qui viene definita una relazione daiuto che comporta la capacit� di analizzare le domande, valutare i bisogni, definire gli obiettivi e dare risposte motivate, inclusa lindicazione di soluzioni concrete. Ecco, questa credo che sia la competenza dei centri ausili, il supporto, labbiamo un po detto, � la capacit� di sostenere lintervento nel tempo. La domanda che cominciamo a porci, anche alla luce di queste diversit� fra i centri � quali sono le competenze professionali che trasversalmente si possono leggere allinterno dei centri? Boh, il tentativo � quello di radunarle per area; scusate la grossolanit� delloperazione, per� unarea � quella che definiamo sanitario-riabilitativa, tipicamente nei centri che in questo momento sono collegati nella rete del Glic in cui abbiamo presenti fisiatri, neuropsichiatri, psicologi, terapisti della riabilitazione fisica, logopedisti, terapisti occupazionali cos� definiti anche se la professionalit� sappiamo a che punto � in Italia, del terapista occupazionale intendo. Laltra area � anche qui, (grossa aggregazione psicoeducativa), le figure sono quelle del pedagogista, dello psicologo, delleducatore, dellinsegnante per finire con larea tecnologica: con le figure di tecnico, le figure dellingegnere, il progettista, colui che progetta e sviluppa applicazioni ad hoc. Ecco, queste competenze professionali nel tempo, operando stabilmente, acquistano la capacit� di parlare un linguaggio comune, di confrontarsi sullo stesso terreno. Questa, (non dico niente di nuovo), � una ricchezza enorme a disposizione dei centri che si realizza in essi in quanto luoghi in cui una �quipe lavora stabilmente su un tema e quindi c� un confronto costante fra professionalit� diverse rispetto a obiettivi. Salto qualcosa; dove sta lausilio? Noi, tradizionalmente, gli ausili li collochiamo in sanit�, perch� la cultura nostra � quella della sanit� che attraverso il nomenclatore tariffario, in qualche modo assicura le risposte della protesica intesa in senso generale. In realt� lausilio che abbiamo visto oggi, proposti al nostro ipotetico Mario, sono delle soluzioni per i progetti di vita del nostro ipotetico Mario, progetti di vita che si realizzano in ambito sanitario, quindi con contenuti riabilitativi, diamo alla riabilitazione laccezione delle linee guida ministeriali, quindi � un qualcosa di assolutamente esteso, ma si realizzano anche in scelte di percorsi di vita in ambito sociale, lavorativo, scolastico. Quindi lausilio non � a rigore, (questo � un interrogativo che ci stiamo ponendo, non a caso c� il punto interrogativo l�); una competenza, una pertinenza dellambito sanitario solamente, ma � una pertinenza degli ambiti della vita della persona. Questo vuol dire non solamente il fatto che alle competenze del centro, a questa �quipe multidisciplinare che dinamicamente si espande, devono concorrere rappresentanti di questi mondi a seconda di quale sia il contesto in cui � inserita la persona, pu� voler dire anche che allacquisizione dellausilio dovrebbero concorrere questi mondi, (parlo del diritto allo studio, parlo della legge 68 sullinserimento lavorativo, parlo delle misure nazionali e regionali rispetto allinserimento sociale allintegrazione sociale dei disabili); quindi a rigore dovremmo ragionare nellipotesi di riuscire a far concorrere risorse che afferiscono da mondi diversi intorno al progetto di autonomia di cui lausilio � uno dei componenti. Rispetto pi� direttamente alla prescrizione, anche qui faccio una parentesi brevissima: sono stato sabato scorso a Prato allaggiornamento nazionale della Sinfer Societ� Italiana dei Medici Fisiatri e devo dire che ne sono venuto fuori con unimpressione molto forte, perch� per la prima volta, in due giorni di lavori si � parlato quasi costantemente di centri ausili, si � parlato molto di prescrizione allargata, quindi si � usciti un po da quella logica egemonica che fino a ieri caratterizzava un po latteggiamento dei medici in quanto titolari e responsabili unici della prescrizione, per affermare che al medico serve una consulenza specialistica da parte di una �quipe allargata multidisciplinare che si occupi in modo stabile e sviluppi competenze sul campo degli ausili. Quindi, penso, spero che questo sia un precedente importante che definisca un ruolo di un centro ausili anche nel processo di prescrizione; oltre che allinterno di quei processi che vengono istituiti dalle normative. Parlava prima il collega del centro Medea della normativa della Regione Lombardia, che d� finanziamenti per lacquisto di strumentazioni, ne abbiamo altri in altre regioni dItalia. Ora dare i finanziamenti per lacquisto di strumentazioni senza affrontare laspetto del processo necessario e arrivare allindividuazione di quali strumentazioni sono, � certamente unoperazione miope che, da un lato garantisce consenso perch� ci d� una risposta, ma una risposta legata a un prodotto, senza un controllo sulla qualit� del processo, senza neanche ipotizzare un processo tante volte; questo sta accadendo in diverse regioni dItalia. Vuol dire che il singolo cittadino, che nel nostro settore � ancora comunque piuttosto lontano dal mercato, fare una richiesta per avere dei finanziamenti ed esercitare in questo modo da un punto di vista "demagogico"; questo pu� essere inteso come una giusta libert� di scelta, per� la giusta libert� di scelta a mio parere passa attraverso la possibilit� e la conoscenza delle opportunit� esistenti. Allora, occorre da parte della pubblica amministrazione ipotizzare dei processi, sostenere queste forme di finanziamento sui prodotti e modelli di erogazione di servizi, perch� il singolo cittadino, il prescrittore, la scuola, il lavoro abbiano a disposizione competenze per sapere quali sono le ipotesi possibili in termini di soluzioni tecnologiche. Le prospettive auspicabili: ho detto prima, � auspicabile, speriamo, il filing, un po laria che tira sembra andare in questa direzione, in riconoscimento della necessit� di istituzione dei centri ausili e si parla di centri ausili in senso generale. A questo punto la domanda che ci poniamo �: il settore delle tecnologie avanzate � da considerare come settore a parte, cio� impone un approccio diverso rispetto ai settori pi� tradizionalmente gi� affrontati, soprattutto quello della mobilit� e della protesica in generale? A nostro parere s�! comunque � una domanda aperta, � una riflessione da approfondire; una nuova professionalit�? Qui, intorno a questo tavolo ci sono professionisti di formazione assolutamente diversa che nel tempo hanno sviluppato competenze su un terreno abbastanza comune pur mantenendo ognuno la propria specificit�. Il tema della formazione � importante, quindi linvestimento sullo sviluppo dei centri ausili passa attraverso una formazione comune, non so se la domanda a una nuova professionalit� voglia dire davvero definire una nuova professionalit�, oppure dei contributi aggiuntivi a professioni gi� esistenti? Penso la seconda delle ipotesi, per� questo pone in essere il tema della formazione, non sono competenze che certamente si inventano, il riconoscimento istituzionale � il modello. Allora nel momento in cui, come auspichiamo, si passi a un riconoscimento dellesigenza di istituire i centri, essi devono anche essere dotati di un modello di riferimento di riferimento; di un qualche modello che senza appiattire le peculiarit�, per� dia davvero uno sfondo comune, anche perch� ci sia una riconoscibilit� istituzionale. Due parole sole sul Glic per dirvi come sta evolvendo: allora il Glic � il gruppo di lavoro interregionale centri, siamo venuti qui la prima volta tre anni fa, oggi la situazione � questa: i centri aderenti al Glic sono venti, abbiamo cinque centri collegati, sono centri che collaborano con il Glic pur non partecipando completamente alle attivit�, abbiamo delle speranze che sono sostanzialmente realt� che ci risulta si stiano muovendo, ma ce ne sono anche altre. Il tema ormai � sempre quello rispetto allo sviluppo della rete, oggi sono venuti fuori dei contenuti importanti, sicuramente un obiettivo � quello di portare alla disseminazione dei centri a livello italiano, proprio per portare un centro di competenza vicino al bisogno. Le attivit� che vi presentiamo, non adesso, non temete, ma allo stand del Glic che trovate nel padiglione espositivo, sono alcuni risultati conseguiti in questi mesi di lavoro, una mappa di centri risorse consultabile anche sul sito Internet, la classificazione delle tecnologie, qui � stato fatto un lavoro molto consistente di estrazione della nuova classificazione ISO delle voci importanti che riguardano gli ausili tecnologici, anche un lavoro che pu� essere utile in vista di una rivisitazione del nomenclatore tariffario. Gli strumenti di collegamento fra i centri e di diffusione allesterno: abbiamo in corso un lavoro di confronto per elaborare una strategia di documentazione degli interventi che ci consenta in prima battuta di saper leggere il bisogno e saper dare anche una dimensione quantitativa della complessit� che � venuta fuori oggi; questo � un tema importante, oggi si � detto, facciamo interventi che hanno una durata consistente, una complessit� consistente, chi lo va a spiegare allamministratore della nostra U.S.L. o lamministratore del centro, la necessit� di questo investimento in termini umani, cos� prolungato? Chi lo va a spiegare che effettivamente servono questo tot di incontri, questa articolazione dellintervento? Allora, il lavoro sulla documentazione delle consulenze, speriamo ci porti nellautunno prossimo ad una valutazione anche statistica omogenea fra un primo nucleo di centri, su quello che � il contributo quantitativo nel seguire i casi all'interno di un semestre. Il database bibliografico � il database che ci consentir� a breve di sapere quale bibliografia � disponibile presso quali centri, cos� come anche qui non � citato, un altro obiettivo � sapere quali ausili sono presenti presso quali centri, cio� l� dove c� unesperienza duso. Commissione studio ricerca � quello che vi accennavo prima, il lavoro che � in corso in collaborazione con questa commissione istituita dal ministro Bindi che ha il compito di elaborare proposte, (� un compito non ufficiale � ufficioso quindi, poi, ne faranno quello che vogliono, perch� c� una commissione ministeriale ufficiale, questa � invece una commissione allargata), elaborare proposte rispetto alle possibili modificazioni del prossimo tariffario. In ultimo, non � citato qui, ma ce n� una copia che la collega vi mostra, abbiamo pubblicato questanno un volume in cui abbiamo cercato di riportare le considerazioni generali di metodo e i primi elementi di modellazione di un centro che abbiamo sviluppato nellambito del confronto interno al Glic. Grazie (non rivisto dallautore) |
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