Massimo Guereschi
- La Nostra Famiglia
"Gli ausili e il loro nome: uno studio per l’uso
di un linguaggio condiviso"
Il mio compito di oggi è di riferire il risultato del
lavoro compiuto fino ad ora da una apposita commissione all'interno del GLIC,
relativamente alla questione della denominazione degli ausili. Non si tratta
della conclusione di un lavoro, quanto piuttosto della precisazione di una tappa
lungo un percorso iniziato all'incirca 2 anni or sono.
Lo scorso aprile, sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto del 14
marzo 98, particolarmente rilevante rispetto la tipologia degli ausili di cui ci
occupiamo. Da questo decreto - che sarà analizzato in una successiva relazione
- mi sembra di poter cogliere alcune suggestioni per la trattazione del mio
tema. Dichiaro fin da subito di essere assolutamente digiuno di conoscenze
giuridiche e chiedo quindi comprensione per eventuali improprietà.
1- COMINCIAMO DAL TITOLO:
" Determinazione delle condizioni […] aliquota IVA ridotta al 4% ai
sussidi tecnici e informatici…" ;
Per prima cosa mi viene da domandarmi a chi è rivolto il decreto. Credo che
rispondere "a tutti", per quanto banale, non sia scorretto. Si può
essere meno banali circoscrivendo l'ambito a "tutti gli interessati"
ovvero i disabili, i familiari dei disabili, i commercianti, gli operatori
sanitari, i Centri di Servizio delle Imposte (perdonate, non sono del ramo e
potrei sbagliare denominazione), gli operatori socio-educativi, …
Pensando a loro mentre ricevono o leggono la notizia, mi immagino che una
domanda sorga spontanea: "Bene, (finalmente) avete pensato a delle
agevolazioni sugli ausili, dove avete messo l'elenco?" (a proposito, da chi
o dove ricevono/leggono la notizia?)
La risposta è: "Da nessuna parte!"
2- A CHI SERVE UN ELENCO DEGLI AUSILI INFORMATICI?
Nella mia immaginazione queste persone ritengono scontata (e quindi utile)
l'esistenza di un elenco di riferimento degli ausili informatici. Proverò ad
esaminare più in dettaglio questo aspetto, per verificare se si tratta di una
aspettativa giustificata.
Preciso che introdurrò nella rassegna di persone interessate anche il Centro di
consulenza, anzi lo collocherò in una posizione di particolare evidenza.
Alla domanda "A chi serve un elenco degli ausili informatici ed
elettronici" mi pare sia possibile fornire queste risposte:
- moltissimo ai Centri di Consulenza
- moltissimo agli Enti che forniscono servizi di
banca dati
- molto ai disabili
- molto al sistema di fornitura protesica
nazionale (leggi: Nomenclatore Tariffario e medici prescrittori)
- molto agli operatori della riabilitazione
- molto alle Istituzioni nazionali, regionali - e
via procedendo - che si occupano di servizi alla persona
- molto all'istituzione scolastica
- molto alle aziende produttrici e ai rivenditori
- non farebbe male a tutti gli altri, perlomeno
in termini di patrimonio culturale.
Mi sembra necessario uno sviluppo, per quanto rapido, dei
punti precedenti. Il punto più ampio, come si vedrà, è necessariamente il
primo, a conferma della importanza e specificità del ruolo che, di fatto,
rivestono i Centri di Consulenza.
Nel momento in cui alcuni Centri di Consulenza intendono comunicare tra loro
l'esperienza di lavoro, dal punto di vista tecnico (ad es. come nel GLIC), è
essenziale che possano riferirsi ad un "vocabolario" condiviso. Ciò
permette di scambiare informazioni in modo più rapido, efficace e meno ambiguo,
perché vengono raccolte con uno stesso codice (linguaggio). Ma, ci si potrebbe
domandare, quali sono le necessità di raccolta e trasmissione di informazioni
relative agli ausili? Un primo aspetto è rappresentato dalla utilità di
scambio dati per uno studio su vasta scala sulle tipologie di ausili per trarre
indicazioni qualitative (ad es. relative alla quantità d'uso, all'efficacia, al
gradimento, al costo, …). Un secondo aspetto riguarda la organizzazione e la
comunicabilità delle procedure di consulenza per quanto riguarda i prodotti.
Poi, attraverso lo studio di collegamenti preferenziali tra tipi di disabilità,
attività della persona disabile e ausili, si può riferire alla costruzione di
sistemi di "orientamento" della consulenza, cioè di binari
preferenziali (ad es. come i sistemi decisionali "ad albero").
Successivamente si può considerare l'utilità nella classificazione dei
prodotti presenti nelle mostre hw e sw di ciascun Centro e di qui alla
condivisione di informazioni tra Centri diversi, della distribuzione e
reperibilità di prodotti. Infine - e qui tocchiamo un punto delicato - i Centri
di Consulenza potrebbero utilizzare questo linguaggio condiviso per rendere più
agevole e funzionale l'attività prescrittiva del SSN, si potrebbe cioè
consegnare al disabile la relazione tecnica della consulenza con le indicazioni
di ausili consigliati in un modo che permette univocità di interpretazione da
parte dei prescrittori.
Gli Enti che forniscono servizi di banca dati. Ovviamente chiunque svolge, come
propria attività, la catalogazione di prodotti ha grandi vantaggi nell'avere a
disposizione sistemi di classificazione validati. caratterizzati da semplicità,
precisione, ampiezza di diffusione.
Ai disabili. Avere accesso ad un repertorio di risorse, in termini di
conoscenza, e ad un codice condiviso, per favorire la comprensione, è un
contributo ulteriore alla promozione dell'auto-aiuto (con tutti gli aspetti
connessi).
Il SSN. Vedremo più avanti come si stia realizzando - per quanto riguarda la
codificazione degli ausili -una felice concomitanza tra nuova edizione del
Nomenclatore Tariffario e studio del GLIC.
Per i riabilitatori. E' sufficiente pensare, da un lato alla semplificazione
della comunicazione degli ausili adottati o sperimentati nell'attività con i
diversi pazienti (ad esempio nelle relazioni di dimissione per il passaggio ad
altri Servizi), ma soprattutto alla possibilità di aggiornarsi sull'ampiezza di
offerta di ausili, che attualmente è molto scarsa, con il pericolo di un
tragico appiattimento e restringimento sul "poco, già noto".
(nuovamente mi sorge la curiosità: chi informa questi operatori sulle novità
nel campo degli ausili informatici ed elettronici?)
Alle Istituzioni. A questo proposito penso sia sufficiente dire due cose:
proprio per questo decreto il GLIC è stato consultato informalmente dall'allora
Ministero degli Affari Sociali ( a sua volta interpellato da quello delle
finanze), per fornire una chiarificazione su cosa dovesse essere inteso per
ausilio; in secondo luogo, la stragrande maggioranza degli ausili informatici ed
elettronici non è oggetto di forme di fornitura facilitata, ed alcuni livelli
istituzionali hanno deliberato interventi volti a consentirlo. E' chiaro che
avere a disposizione un riferimento condiviso semplificherebbe, disambiguerebbe
e permetterebbe confronti nel campo legislativo.
Per l'istituzione scolastica l'utilità riguarderebbe sia la chiarificazione
degli oggetti di applicazione di eventuali finanziamenti per l'integrazione
degli alunni disabili (per la cronaca, lo scorso 15 novembre è scaduto il
termine di presentazione di richieste di finanziamenti per materiali e strumenti
funzionali a questo obiettivo), sia la possibilità di incrementare la
competenza degli insegnanti specializzati (o di tutti gli insegnanti).
Le aziende. Quelle specializzate sugli ausili potrebbero indicare i prodotti a
catalogo in modo univoco e di rapida comprensione per i Centri, per chi fa
sorveglianza del mercato ai fini di raccolta di informazioni, per chi è
coinvolto nelle prescrizioni del SSN. I commercianti di prodotti non progettati
specificamente per disabili sarebbero più tranquilli di fronte alle richieste
dei clienti disabili.
Non penso necessitino commenti.
3- SE NON C'È, SCRIVIAMOLO! O NO?
Le persone elencate al punto 1, nella gran parte non hanno un'idea
sufficientemente completa e precisa degli oggetti che compongono la categoria
dei sussidi tecnici e informatici. Intendo dire che - a parte i medici
prescrittori ed alcuni disabili - gli altri saranno portati inizialmente a
cercare di selezionare gli ausili all'interno della propria "enciclopedia
personale", cioè l'insieme delle proprie conoscenze.
Questa operazione in realtà è un tentativo che si può definire nello stesso
tempo naturale ed ingenuo. E' naturale perché è uno dei nostri sistemi tipici
di affrontare la conoscenza, attraverso la classificazione delle nozioni
derivanti dall'esperienza. E' ingenuo perché non tiene conto della complessità
della questione.
Se poi concentriamo la nostra (e loro) attenzione soltanto sull'ambito degli
ausili informatici ed elettronici, il tentativo autonomo di individuazione degli
ausili non dovrebbe riuscire nemmeno alla maggior parte dei medici prescrittori
e dei disabili, se non per macrocategorie, perché il riferimento è ad un
settore molto specifico, che non è oggetto dell'esperienza comune.
Qui risulta obbligato ed ovvio il riferimento al documento di
"fondazione" del GLIC, in cui si argomenta la complessità e
specificità dell'ambito di interesse dei Centri di Consulenza sugli Ausili
Informatici ed Elettronici. Quel documento è piuttosto articolato e di
difficile sintesi, perciò rimando gli interessati alla sua lettura (disponibile
nel sito Glic: http://www.centriausili.org); mi limito a buttare lì una
domanda: "Dove, in Italia, si svolge una pratica costante di studio e uso
degli ausili singoli e delle loro possibili combinazioni mirate?" Cioè, in
altri termini, ritengo che il GLIC abbia competenze fondate per potersi occupare
della stesura di un repertorio degli ausili.
Riconosciuta l’importanza di un riferimento per la comunicazione e l’operatività,
va però chiarito subito che non è utile e non è possibile redigere una
semplice lista di ausili elettronici e informatici.
4 - I CRITERI.
L'attribuzione del nome (assegnazione o riconoscimento), non è soltanto
un'elencazione, ma prima di tutto è una operazione logica di classificazione,
di ricerca di criteri omogenei.
In fondo è una questione analoga a ciò che il nostro gruppo - il GLIC - si è
trovato ad affrontare nel momento in cui ha deciso di promuovere la
collaborazione tra i Centri che lo compongono.
Quando si è cominciato a discutere insieme del nostro lavoro è stato
necessario verificare se utilizzavamo tutti le stesse parole, ed in secondo
luogo, se le parole condivise facevano da etichetta agli stessi concetti.
Questo aspetto riguardava tutti gli aspetti inerenti il lavoro di informazione e
consulenza, dalle procedure di analisi delle richieste, alle tecnologie
utilizzate, ai criteri di collegamento problema-risposta, fino agli ausili in
quanto oggetti "fisici".
Da qui è emerso che il vero e necessario livello di
confronto - anche sugli oggetti concreti utilizzati nelle attività di
valutazione e consulenza - doveva avvenire su un piano logico e più astratto
rispetto ai singoli prodotti e materiali; fondamentalmente sui criteri.
Torno allora al testo del decreto perché è possibile cogliere proprio questo
aspetto.
" …sussidi tecnici […] apparecchiature e dispositivi basati su
tecnologie meccaniche, elettroniche o informatiche, appositamente fabbricati o
di comune reperibilità, preposti ad assistere alla riabilitazione o a
facilitare la comunicazione interpersonale, l'elaborazione scritta o grafica, il
controllo dell'ambiente e l'accesso alle informazioni e alla cultura in quei
soggetti per i quali tali funzioni sono impedite o limitate da menomazioni di
natura motoria, visiva, uditiva o del linguaggio."
Il decreto, ovviamente e correttamente, rimanda l'identificazione dei prodotti
ad alcuni criteri generali, invece di cadere nell'elencazione di marche e
modelli. In questo modo si può rimanere ad un livello tale da non essere
catturati dal problema dell’obsolescenza dei prodotti, di alcune leggi di
mercato sulla domanda e l’offerta o sulle politiche commerciali, ma
soprattutto da quello della rigidità "nomenclatoria" (che spesso è
stata sperimentata con il Nomenclatore Tariffario).
Va notato che la definizione riportata nel decreto è praticamente identica alla
definizione della parola ausilio secondo lo standard internazionale ISO 9999. Le
uniche differenze sono costituite dal termine sussidio tecnico al posto di
ausilio e dall'inserimento dell'espressione assistere alla riabilitazione tra le
funzioni che caratterizzano gli oggetti trattati.
5 - L'IMPEGNO E LA PROPOSTA
A questo punto il tempo assegnatomi sarà ampiamente scaduto, quindi
procederò a velocità sostenuta presentando il nocciolo della questione senza
entrare negli aspetti più tecnici.
Siamo partiti dall'esame di ciò che fino ad ora era stato fatto sul tema della
classificazione degli ausili.
Abbiamo constatato che in Italia non esiste attualmente una classificazione
funzionale ufficiale degli ausili che ci riguardano.
Ci siamo quindi obbligatoriamente riferiti al lavoro del 1993 di Andrich e Ott,
"Linee per una classificazione degli ausili informatici" come base per
intervenire sulla classificazione ISO 9999 sugli ausili in genere (aggiornamento
del 1994 all'edizione del 1992).
Nello svolgimento di questo lavoro abbiamo tenuto conto anche del
"Glossario europeo sugli ausili tecnici" redatto dalla Comunità
Europea nel 1996 all'interno del Progetto Handynet.
La conclusione del lavoro è costituita da un estratto della classificazione ISO
9999 costituito specificamente dagli ausili informatici che sarà sperimentata
dai Centri del GLIC nel 1999, ai fini di una validazione.
Se - come pensiamo - si rivelerà uno strumento efficace, proporremo la sua
adozione a tutti i soggetti elencati al punto 2 di questa relazione.
Durante la sperimentazione, questa lista sarà disponibile nel sito GLIC per
tutti coloro che fossero interessati o addirittura intendessero provarne l'uso.
Nello svolgimento di questo lavoro ci siamo resi conto che l'estrazione della
classificazione degli ausili informatici - oltre a porre numerosi problemi - ha
fornito anche suggestioni per ulteriori sviluppi.
Ne accenno uno soltanto. E' possibile pensare alla produzione di uno strumento
che, a partire da questa classificazione, si colleghi alle altre tipologie di
ausili in relazione alla disabilità presa in esame e alla attività che il
disabile intende compiere. Ciò si configurerebbe come una sorta di promemoria
operativo ed anche come spinta e dispositivo che favorisce una globalità di
approccio contro invece la tendenza alla frammentazione e mancanza di
comunicazione (pensiamo ad esempio alla necessità di un approccio coordinato e
globale nel caso di un disabile motorio che necessita di protesi e ausili per la
postura che utilizza anche ausili informatici). Però questo ci porterebbe anche
a rivedere l'attuale modello del processo di prescrizione.
Infine la buona notizia relativa al Nomenclatore Tariffario: Il nuovo
Nomenclatore dovrebbe abbandonare i codici utilizzati fino ad ora per
l'identificazione degli ausili e passare allo standard ISO 9999.
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